Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo. −. Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro? Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto. Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio. Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli. Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio. La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16. Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi. Citato, con lezione leggermente diversa, in, Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime. Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi. Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il, Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. Nome dato al. La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana. La pacchia è finita. Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni. Qualcuno è anche di quelli che All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici. Taccarià: tagliuzzare. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire. È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade). Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote. "Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola.". Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori. Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla. ". Si dice anche di chi parla con voce assordante. Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore. È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte. Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito. Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere. Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina. Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere. Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. Le risposte, come le domande, erano cantate. Tenere segreto. Antica espressione: E adesso cosa si può fare? Indice 1 A 2 B 3 C 4 D 5 E 6 F 7 G 8 H 9 I 10 J 11 L 12 M 13 N 14 O 15 P 16 Q 17 R 18 S 19 T 20 U 21 V 22 Z 23 Note 24 Bibliografia 25 Voci correlate A [] 'A Bella 'Mbriana. Telefono, nel gergo della malavita antica. Ha avuto quello che si meritava!). In senso ironico: Ma certo! Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire. Per molti il napoletano è la prima lingua, quella che li identifica come italiani. Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in. Ḕ dimagrito. Visualizza altre idee su detti, citazioni, proverbi. Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale. Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato. Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato! Fà' quacquariéllo: burlare. Es. Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano». Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà. Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare. Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio. Si tratta, letteralmente, di una espressione di imprecazione contro qualcuno o qualcosa che sta per "sia maledetto". Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi. Fa acqua da tutte le parti. Pistola, nel gergo della malavita antica. Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64. Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma. Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera. Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto). Idea affine è richiamata dall'espressione: Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro! Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile. Pagheremo quando gli affari andranno bene. Avere un udito finissimo. Petrolio. L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. A ppava’ e a mmuri’, quanno cchiù tarde è pussìbbele. (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '. Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di. Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità. Emanciparsi. Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso. Es. Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio. Tra i modi di dire napoletani divertenti, ci sono tutte le espressioni dialettali contenti la parola "mannaggia" (o " mannaccia "). Come la risolviamo? Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà. Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle. (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli). Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune, Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco, https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Modi_di_dire_napoletani&oldid=1114130, Pagine che utilizzano collegamenti magici ISBN, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Avvertenze di consultazione ed esclusione di responsabilità. (Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Usare parsimoniosamente. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata. Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. La morte che minaccia molto da vicino. Es: Persona gioviale. Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli. Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili. Montare su tutte le furie. Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. Confusione, parapiglia. Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Si dice per prendere in giro chi si dà delle arie camminando in modo troppo impettito; con le stesse parole in passato le persone del popolo si facevano beffe dei signori che portavano la. Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse. Detti e proverbi di una cultura che non morirà mai: Gesù Cristo rà o ppane a chi nun tene e rient (Gesù da il pane a chi non ha i denti): La fortuna capita a chi non sa sfruttarla, A lavà a capa o ciuccio se perde l’acqua e o sapone (A lavare la testa all’asino si perdono acqua e sapone) : Parlare con gli ignoranti è solo una gran perdita di tempo, Ià fernì a mare cu tutt e pann (Devi cadere in mare ancora vestito) : Cadere in disgrazia, L’urdema mattunella rò cesso (L’ultima mattonella del bagno) : Colui che non conta niente, Fà a recotta (Fare la ricotta) : Oziare tutto il giorno e per lunghe ore, Addò sperdetteno a Gesù Cristo (Dove lasciarono Gesù Cristo) : Luogo difficile da raggiungere, O guappo e cartone (Pallone gonfiato): Colui che vuole a tutti i costi ostentare doti che in realtà non possiede, Rà è carte e musica mman ò barbiere e lanterne mman e cecat (Dare uno spartito in mano a un barbiere e una lanterna nelle mani di un cieco) : Dare a qualcuno un oggetto che non sa utilizzare, Cù na man annanz e nata arret (Con una mano avanti e un’altra dietro. Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola. Fosse questa la volontà di Dio! La definizione è in D'Ambra. Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame. Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole. Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti. Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace. Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera. Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi. Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento. La morte sulla nuca. Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni). Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Non potersi assolutamente soffrire. Impiegato anche come iperbole. I ragazzi della ". Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216. Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare. Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Carautielle: cibo immaginario. Perdigiorno. Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti. Te la passi proprio bene bene. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale. Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari. Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale. Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio. E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. Oppure: di Michelasso. Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato". Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa. Sopirla. Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi. In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado. Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta. Raccolta di modi di dire napoletani, alcuni dei quali sono assolutamente intraducibili in altra lingua. È finito il tempo delle vacche grasse. Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Seno prosperoso. A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano. Sfaccendato. Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia. Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. PROVERBI e MODI DI DIRE: – “‘A capa ‘e sotto fa perdere ‘a capa ‘e coppa” – Acqua ‘e maggio, parole sagge – Adda venì Baffone Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi. Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. Elenchiamo di seguito alcuni tra i principali modi di dire napoletani.. ovviamente in napoletano. Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni. Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario! Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione. Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica. Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile! Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza. Un velato accenno. Tra i modi di dire napoletani divertenti, ci sono tutte le espressioni dialettali contenti la parola "mannaggia" (o " mannaccia "). L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo... Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente! E allora? Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Ad esempio: Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile. Una situazione o una persona angoscianti. Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della. / ". Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali. Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte. O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere. Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti. L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo. Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto. Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). Es. Si dice a chi pontifica enunciando le più. Come abbiamo gia' visto in altri topic , i napoletani sono soliti usare locuzioni divertenti per indicare qualsivoglia stato di cose; locuzioni che si tramandano da padre in figlio, da anni, e che sono entrate a far parte del patrimonio / Restà' quacquariéllo: essere burlato. La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi. Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto". Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere. Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. Lasciami fare in santa pace il mio lavoro! Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo). Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario. Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo. Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola". Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi. Si dice al venditore quando il peso sembra scarso. La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue. Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo. Appellativo confidenziale con cui le "parenti". Il vaiolo selvatico o ravaglione. Il presepio semovente, con statuine animate. Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda. Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio. Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto. Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive. La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà. È tutt'altro che mite e accomodante. Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato. Scavi di Pompei: frasi dei graffiti tradotte in napoletano. Proverbi con i numeri Ti è venuto in mente che esistono dei modi di dire con il numero 4 o delle frasi sul numero 3. 29-mag-2016 - Esplora la bacheca "Proverbi Napoletani" di Gianfranco Iandolo, seguita da 164 persone su Pinterest. Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire. Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza? Gaudente e scialacquatore. Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire. Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose. • Possibilità di salvare i proverbi preferiti. C'è miseria. Search Now In questo articolo scoprirai 10 divertenti modi di dire francesi che ti faranno sentire (e forse anche sembrare) quasi un madrelingua! Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo. Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene. Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube. Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828. È un fiasco completo, un totale flop. Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo.