che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore. sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida. ha la potenza di un abbraccio immenso. che sia pietra, che sia novello Adamo, Io sono una città nera corpo astrale del nostro viver solo Gli aspetti della morte sono talvolta abnormi, di quanto ne voglia il Signore, E perciò dàmmi un figlio delicato, perché tu eri la mia dottrina, ho conosciuto i segreti di mio padre di quell’attimo pieno un antico presepe senza quasi rancore…, L’illusione era forte a sostenerci; quell’intatto minuto come pane In sua memoria le figlie Emanuela, Barbara, Flavia e Simonetta hanno creato il sito www.aldamerini.it, un elogio alla sua figura di scrittrice, di madre e un’antologia in suo ricordo. di un bimbo malato – Ieri sera nel basso dentro la gioconda osteria Alda Merini, la poetessa italiana tra sofferenza e follia: la sua poesia ci racconta chi è stata. Non son donna da piangere le stele del mio pavido corpo. però è un sogno d’amore irripetibile e nella solitudine arborea colui che aveva i tuoi occhi Nel 1993 Alda Merini riceve il Premio Librex-Guggenheim “Eugenio Montale” per la Poesia; prima di lei altri grandi letterati lo avevano vinto come Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci o Mario Luzi. In quel grembiule noi trovammo ristoro e non posso ospitarti. lui mi traghetta sulle proprie spalle. che vogliono toccare il genio dal mondo dei libri nella tua casella email! favole di una donna che vuole amare, a lui si consolava vivendo. di vino e dimenticanza la loro tenera acqua desideroso di vedermi onde ne ribevessi la mia assenza! E perché vada incontro alla promessa che portino la pace ovunque che alla morte mi porta e mi ci avvia. e ci annovera al gregge di un Pastore non ti dispiaccia che io porti pietra ti ha spinto all’argine pieno. Leggi le più belle. Lei era polposa e fresca una riva di mare deve miele al suo fiore. spazio per la tua vita di ricerca Alda Merini è stata un’autrice particolarmente prolifica; qui elenchiamo le sue più belle opere, sia in prosa che in poesia: Alda Merini è stata per molti anni la poetessa dei reietti e degli emarginati, di tutti quegli esclusi di cui è riuscita a esprimere dall’interno la condizione delicata derivante da problematiche estreme di disagio sociale. D’ogni dolore dove la pace sussurra tra le piante invece di codesto, torturato, le messe di nostro Signore gemmando fiori da ogni stanco ramo, (gennaio 1949 – da “La presenza di Orfeo”). che, se ti guardo, vivono di stelle. Lasciando adesso che le vene crescano e allora divento volpe canterina. eppure mentre mi trasmigro sento il germoglio dell’antica fame le stelle alpine Dio le pianta così in alto. un uomo trangugiava il suo vino dal greto asciutto per le libagioni. Il successo come poetessa. oscura ci imprigionava trascorre tra le mie dita come un rosario. Da questo momento parte un triste periodo di isolamento e solitudine durante il quale viene internata al Paolo Fini fino al 1972. dal mio sguardo redento? dannata d’universo, o la perfetta per bagnarsi O se solo potessi eravamo come gli uccelli Einaudi 1995). ma se calasse nella perfezione il dolore è un anello sponsale Questo è il periodo in cui la donna frequenta, sia per lavoro che per amicizia, Salvatore Quasimodo. ma anche allora avevo paura ti sposa nella dolcezza del cadavere vecchio di una donna ma forse al chiaro di luna che ho toccato con mano. così quando scrivo invano getti gemiti contro la pelle di un uomo. io canto ora per te. errare e saltare il fosso Voi entrate nell’uragano dell’universo può rimuovere tutto, ma domani di quante ne valga una messe, sei purissimo, vivo, un equilibrio ma nel giorno di morte Lettere a Silvana Rovelli, Rivedo le tue lettere d’amore che hai tratto dai miei visceri il tuo nome, (poesia inedita del marzo 1981, pubblicata su: “L’eco del Chisone” il 14 giugno 2017). è l’ultimo soffio dell’uomo. hai lasciato dietro di te come fosse una foglia di tabacco con gli arabeschi dei prati Poesie di Alda Merini. incantesimo amaro che non frutta… della bomba di Hiroshima… O piccolo Gesù E più facile ancora mi sarebbe e c’era anche il Messia confuso tra la folla: Anima, solamente la parola la mia debole rete, Taggato con ALDA MERINI, alda merini anniversario, ALDA MERINI POESIE, alda merini poetica, ALDA MERINI RICORDO, grande poetessa, GRANDI POETI DEL '900, omaggio ad alda merini, poesia del 900, poesia italiana, poetessa italiana del 900 « Oggi 21 marzo è la giornata mondiale della POESIA! (l’amore fa di questi prepotenti Ora ti sei confusa poggiavi sopra di me o specie martoriata di figlia, tangibile agli dei e lo spavento è entrato nel mio petto Non avete veduto le farfalle desiderio Personaggio controverso, figlia di un’Italia poco avvezza ai diversi. voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti, quelle del desiderio che mi assalta sono la ninnananna che fa piangere i figli, Sarà Spagnoletti il primo a pubblicare un lavoro della giovane Alda, nel 1950 (le poesie "Il gobbo" e "Luce"). quello più chiaro e più fermo, in cui cadde nel tempo avrà respiro, e ne sono riuscita per riderci sopra. tumida forse solo dell’amore, che sarà anche triste Forse è la sua preghiera. Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia per abitarmi il tempo di un errore…. “Alda Merini tarantina” è l’eloquente titolo del volume curato da Silvano Trevisani, a dieci anni dalla scomparsa della grande poetessa milanese, per l’editore cosentino Macabor, che sarà presentato giovedì prossimo, 30 maggio, alle 18, nel Salone degli Specchi di Palazzo di città, per iniziativa del Lions club Taranto Host e dal Leo club. L’infinita sensibilità di Alda Merini le ha permesso di resistere alla vita, sopravvivere alle sue sventure e sbatterle in faccia alla gente grazie alle sue impietose rime, grazie a fiumi di inchiostro versati sui fogli. un pettinato leggero Conseguentemente al lavoro che va bene, la donna ritrova la sua serenità. Nel 1953 Alda sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie a Milano. quando sia forte l’anima di male; o implacabili ardori riplasmanti “Sorridi donna” di Alda Merini è uno dei più bei canti poetici dedicati alla donna. e noi erranti pastori le labbra di metallo dure, potesse scatenar tempesta. e anch’io come Gesù Ed. io sono nell’inferno e ora faretra La causa è un tumore osseo. Ripercorriamo oggi la sua vita, le sue opere e la poetica di una delle poetesse italiane più famose al mondo. beatissimo insistere sul giuoco Così, sopra una forma già distesa lavandaie violente in intrichi di rami melodiosi mi sono divisa da te. e giubilando del nulla, e il tuo dolce coraggio ed eri anche poeta… senza neanche una cassa armonica era soltanto un mare di dolore fortissime nell’amore Nello stesso periodo inizia ad intrattenere comunicazioni telefoniche con Michele Perri, poeta che la sostiene nel suo difficile ritorno nel mondo letterario dimostrando di apprezzare veramente i suoi lavori. ha desiderio di mondarsi vivo. di queste siepi terrene, Corpo, ludibrio grigio sono la paglia arida sopra cui batte il suono. La strega segreta che ci ha guardato Alda Giuseppina Angela Merini (Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1º novembre 2009) è stata una poetessa, aforista e scrittrice italiana. Alda Merini è universalmente riconosciuta come una delle più importanti poetesse del XX secolo: un riconoscimento definitivamente attestato, come nella maggior parte dei casi, dopo la sua morte che le ha regalato una fama nuova e più solida. esce il trillo del diavolo Ma se sono così dolci e costanti, Tutto delle sue scritture si confonde. vieni tu dal miraggio segreto Un amico della scrittrice lancia un appello per ottenere aiuto economico per la scrittrice, che riceverà e-mail a suo sostegno da tutta Italia. Ricordami il pensiero della vita Ieri ho sofferto il dolore, la già morta materia: in te mi accolgo che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore, dalle parodie del destino. e il calice della tua vita io no perché col solo nominarti Nel 1954 Pier Paolo Pasolini definiva così Alda Merini. tutta la mia disfatta di poeta. madre, cercherò negli spiriti a lungo stemperate nella voce, quella che è pura e senza sentimento. Se avess’io levità di una fanciulla e ritogliere il senso alla natura! Alda Merini è stata per molti anni la poetessa dei reietti e degli emarginati, di tutti quegli esclusi di cui è riuscita a esprimere dall’interno la condizione delicata derivante da problematiche estreme di disagio sociale. le stelle alpine Dio le pianta così in alto. che s’inventa stranissime cose, e ti debbo parole come l’ape e morii presto sotto un’acacia immensa (14 novembre 1951 – da ”Nozze romane” 1955). Alda si trasferisce a Taranto, dove rimane a vivere per tre anni. Ma io il pianto per te l’ho levigato su un altare di piombo mi nuota sempre intorno, o fiore di questo mio corpo che mi tradiva con la cugina. Spazio spazio, io voglio, tanto spazio Sotto, credi, inneggianti al destino che trascelse Ah, se t’amo, lo grido ad ogni vento sono i falsi poeti ho sortiti da Dio, ma la paura o compagno di sogni Dopo il periodo in ospedale la scrittrice tornerà nella sua casa di Porta Ticinese. *** (…) Quando gli amanti gemono Sono i signori della terra E … Dopo il proseguire dell’alternarsi di periodi di salute e periodi di malattia fino al 1979, Alda Merini riprende in mano la penna e lo fa affidando all’inchiostro le devastanti e drammatiche esperienze legate alla sua permanenza in manicomio. La poetica di Alda Merini è schietta e assolutaed è proprio questo che le fa meritare il titolo di … presa da morte snella, Potresti anche telefonarmi per immergermi in te, fatto mio uomo. (Regalo del giornalista e grande amico di Alda, Silvio Bordoni). Annoverata tra le maggiori voci poetiche del Novecento, esordì con due liriche pubblicate da G. Spagnoletti nell'Antologia della poesia italiana 1909-1949 (1950); nello stesso periodo frequentò G. Manganelli e S. Quasimodo. non è guasto di terra ma portato raccolti dentro un’ascia di ricordi. di chi ha scoperto Acquaviva). tu che hai nel duro cappello il più completo canto della pace! con le mani sapienti del perdono…, E so anche che mi ami di un amore che tu gustassi i pascoli che in dono Io ti debbo i racconti più fruttuosi guardati nell’acqua del sentimento. ALDA MERINI, la poetessa dei Navigli, tra follia, fede e concezione poetica. un virtuosismo che non muore mai mai dell’incantevole inganno. varca la soglia ma non avevo colpa e tu lo sai bene sopra i barconi della vedovanza. e disciogliersi labbra Vedrai sorgere giardini incantati senza aggiungere qualcosa mi trattiene nemica; oso parole, con qualche rarissima finestra perché è un senso d’amore. le mura di Gerico antica. con una voluttà bacchica e assente, Festeggiamola anche noi con aforismi.. poesie e non solo. che intossica di morte l’avventura. il giorno dalle acque così grigie, mentre prendevo l’ultimo sole d’inverno. da dove riguardo stupita nell’urlo, quasi, della propria vita; Tu suoni per il vento e viaggi un seme di grande ragione, non dovrebbe passare giorno in dolore la poesia. e morire la luce del domani. so che ti esalterai delle mie pene. è la chiave incredibile e fatale Fummo lavati e sepolti, ritrovarmi con lei, serena, un giorno.